Lo stato di totale abbandono ha trasformato Gairo Vecchio in una meta turistica: le piccole case disabitate con i portoncini in legno sormontati da sassi o da calce colorata, i balconcini in ferro battuto, le stradine del centro storico, gli interni delle case pitturati di celeste, tutto fa pensare a un vero e proprio paese fantasma.
Monumento naturale sorprendente di questo paese è Perda Liana, tipico tacco sardo a forma di torrione calcareo risalente al periodo mesozoico che domina su tutto il territorio di Gairo: la base conica si aggira intorno ai mille metri mentre il grosso monolite che la sormonta ne misura 120. Un tempo la zona era ricca di boschi, dove era presente soprattutto il leccio; oggi purtroppo il paesaggio è stato deturpato da un susseguirsi di incendi che hanno determinato la scomparsa di molta fauna locale, tra cui il muflone e il gypaeto barbato, il più grande uccello da rapina dell’isola. Ciononostante, passeggiando nelle campagne non è raro scorgere cinghiali, pernici, lepri, volpi e donnole.
Gairo conserva inoltre una piccola parte di litorale: la spiaggia di Su Sirboni (o cala Francese), un gioiellino raggiungibile a piedi camminando in un sentiero sospeso tra scogli e macchia mediterranea.